Uno spettaciolo che racconta la ciclicità del tempo e che cambia al cambiare delle stagioni.
Spiriti arborei e la ciclicità delle stagioni nasce esattamente un anno fa, nel gennaio 2022. Come ogni idea o progetto che prenda forma e vita, in principio era solo un seme, nulla di più. Nemmeno io sapevo cosa stessi piantando ma ero mossa dall’istinto, dal desiderio di conoscenza che mi ha portato a leggere, ascoltare, riflettere sul legame tra uomo e natura.
All’inizio doveva essere un solo spettacolo dal titolo “spirti arborei”, ora scopro che da quel seme non ne è nata solo una pianta (uno spettacolo), ma un modo di sentire.
Quel seme ha dato luogo ad infinite possibilità creative.
Ciò che le accomuna è la sostanza di cui sono e saranno composte.
Per la prima volta intravvedo qualcosa di potenzialmente ed estremamente innovativo, una sorta di collana di opere danzanti dal titolo “spiriti arborei”.
“Il ciclo delle stagioni” è una di queste.
In sé è contenuta l’idea di ciclicità a cui gli antichi davano grande valore. In scena uno dei miti greci più conosciuti, quello di Ade e Persefone.
Quando Persefone figlia di Demetra vive con Ade la terra si addormenta, ecco così l’autunno e l’inverno; quando Persefone torna da sua madre la terra si risveglia, è il tempo della primavera e dell’estate, e questo ciclo si ripete così ogni anno.
La performance va oltre la rappresentazione stessa, fa cadere i confini della ripetizione scenica e si mette in gioco, facendo proprie i colori, le emozioni e le possibilità creative che ogni stagione offre.
Ecco perché lo spettacolo vivrà in due momenti ben definiti, in due tempi e in due luoghi differenti: d’inverno in un luogo chiuso e protetto dal freddo e d’estate all’aria aperta, nei giardini della Villa reale di Monza, dove ancora oggi si possono ammirare querce secolari.
Chi assisterà ad entrambe le rappresentazioni farà reale esperienza della ciclicità delle stagioni. Non solo sarà coinvolto nel qui ed ora dello spettacolo ma coglierà l’essenza degli opposti e di come negli opposti la vita teatrale, così come la vita vera, si plasma, si adatta e reagisce, spinta dalla necessità di esistere.
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